Settimana Margherita - Al via la prima settimana della Cucina italiana nel mondo
La Prima Settimana della Cucina Italiana nel mondo sta per prendere il via.
Dal 21 al 27 novembre in 105 paesi diversi si celebra la Cucina italiana nel mondo con oltre 1300 eventi legati al cibo e al vino made in Italy, con clin d'oeil alla Pizza e l'arte dei pizzaioli napoletani, in competizione per entrare nel patrimonio dell'Unesco.
Non aggiungo nulla di nuovo a quanto i comunicati della Farnesina, ripresi e riprodotti ci raccontano.
La notizia da una parte quasi mi sorprende e mi irrita, mentre mi chiedo " Ma come! c'é bisogno di creare un evento simile? Chi non conosce la cucina italiana?"
E dall'altra non posso che inorgoglirmi di questo progetto frutto dell'EXPO 2015 che vuol valorizzare prodotti e Cucina di qualità.
Bando agli stereotipi che nel mio immaginario, con voli poco pindarici, mi rinviano flash di tovaglie bianco-rosso quadrettate e nella peggior ipotesi plasticate con il piccolo tocco finale di verdi tovagliolini.
La bandiera è così ricreata per la mia più grande tristezza.
Se devo incontrarla a tavola preferisco ritrovarla nei colori di una Margherita, la mia prediletta tra tutte le pizze!
Bando pure a piatti spacciati per italiani e cibi tristemente rivisitati per compiacere i gusti locali e non perdere clienti dal palato assuefatto a simili nefandezze.
Di aneddoti sull'argomento ne avrei non pochi e sono veramente poco lusinghieri per l'immagine della cucina italiana veicolata nel mondo.
Passons!
Mi illumino leggendo che Massimo Bottura, dell'Osteria Francescana di Modena, tre stelle Michelin e miglior ristorante al mondo da giugno 2016, è giunto negli U.S.A. per lanciare questi sette giorni di eventi.
Bravo! Bella rappresentanza!
-Mammaaaaaa ma dai!-
Mi sembra di sentire la voce della mia ultimogenita risuonare piena di freccette di sdegno che mi si piantano nelle costole e velata di una punta di disprezzo di fronte alla mia ignoranza.
Mi aveva appena annunciato questo mitico regalo che gli allora promessi sposi si erano fatti per San Valentino.
Una cena a Modena all'Osteria Francescana.
La notizia mi aveva lasciato completamente indifferente.
Ma che idea di andare a cena a Modena dai francescani?
Mammaaaaaa !
Da Massimo Bottura!!!
Silenzio!
Quello di mia figlia per misurare l'impatto della precisazione-rivelazione che avrebbe dovuto far suonare i miei campanellini, mettere in funzione le mie rotelline arrugginite e lasciarmi sbalordita.
Il mio alla ricerca di un vago appiglio che mi facesse tilt.
La confessione della mia più totale ignoranza aveva prodotto un gelo di indignazione.
Mammaaaaaaa ma dai! Come puoi non conoscerlo? uno dei più grandi chef al mondo, uno dei migliori ristoranti.
Un anno fa non era ancora il primo e non lo conoscevo, ma ora da quando questa figlia lo ha onorato di una sua visita é diventato quasi di famiglia.
Il nome dello chef già di suo é super familiare.....
Se lei mi legge non perderà l'occasione di un nuovo
Mammaaaaaaa ma dai! Se manco sapevi che esistesse e ora ne parli come se fin da bimbetti aveste giocato insieme con i pentolini !
Potere dei figli! che istruiscono e rendono familiari e consuete cose e persone del loro mondo, che, da madre rimasta in un pollaio senza ovetti e pulcini, inglobo per sentir meno dura la loro lontananza.
Mammaaaaaaaaaaaaaa ..............!!!
Da Modena a Forlimpopoli la distanza non é enorme.
Se avesse continuato la terzogenita sarebbe potuta arrivare nella patria del Pellegrino nazionale, il buon Artusi, così amenamente rispolverato da Marco Malvaldi in "Odore di chiuso" e riproposto in vesti di detective.
In ogni caso, da me, mai dimenticato.
Artusi, lui si che lo conoscevo!
Lui e la sua Arte di mangiar bene non disgiunta da La scienza in cucina.
Ma il titolo per intero, ricomposto dalla mia destrutturazione, e così come troneggia sul frontespizio nessuno lo ha mai troppo considerato.
Per tutti noi era semplicemente l'Artusi, questo trattato di cucina lardellato e farcito di aneddoti e intriso di dolce idioma per questa abitudine del risciacquo in Arno (grazie a Dio solo virtuale onde non rischiare tifo e colera), unto, bisunto e bisognoso di rilegatura che riposava nel secondo cassetto del mobile del tinello.
Era stato il manuale di mia nonna, usato dalla tata e ogni tanto rispolverato dalla mamma nei suoi estemporanei tentativi culinari, quando poggiava i pennelli e si avventurava ai fornelli.
Chi nelle italiche terre non aveva un Artusi in casa?
Io pure ho avuto diritto alla mia copia quando mi sono sposata.
Un bel volume rilegato che mi ha seguito nei miei pellegrinaggi come compagno letterario più che culinario.
Le sue ricette malgrado la sua chiarezza, mi suonavano un po' astruse o quantomeno le preferivo da sorseggiare accanto a una tazza di tè, comodamente seduta in poltrona, piuttosto che in piedi e con un mestolo in mano, nel tentativo di realizzarle!
Pellegrino Artusi altro testimonial di questa prima settimana italiana.
Pellegrino l'unificatore della cucina italiana, dava alle stampe il tomo a proprie spese nel 1891 quando nascevano i miei nonni materni, e se ne andava dopo aver curato la sua quindicesima edizione, uscita però postuma, nel 1911 quando nasceva il mio babbo.
La venuta al mondo dei miei vari familiari non ha sicuramente interferito con le sue avventure, ma ha certamente reso più facile per me ricordare queste date.
L'Artusi rispolverato nel primo centenario della sua morte e 150esimo dell'unità italiana per i suoi meriti federatori di lingua e di cucina, aveva continuato ad essere edito e venduto e pure tradotto in lingue straniere.
Recentissima é la traduzione in lingua francese, e svariate sono le presentazioni dell'opera in Francia e dintorni in occasione della settimana della cucina italiana.
Personalmente ne ho avuto recentemente un assaggio ad Aix en Provence alla Biblioteca Méjanes.
Per l'occasione avevo riesumato il buon Pellegrino, deliziandomi della sua prosa in attesa di annusare la versione gallica presentata da Marguerite Pozzoli della maison Acte Sud, una delle traduttrici di questa bibbia della cucina.
La accompagnava Domenico Biscardi cofondatore del Club Criollo (primo club italo francese di appassionati di cioccolato) che ha tracciato un rapido e piacevole excursus della cucina italica da Mastro Martino fino ad Artusi e ne ha inquadrato l’opera nel periodo storico dell'unificazione dell'allora Regno d’Italia.
A Margherita che per l'occasione adotterò' nella forma tradotta, per restare in tono con la settimana va il merito di aver portato un cuoco italiano in Francia, con le sue ricette, talora anche francesi e da lui italianizzate come nel caso della salsa Bechamel.
Con Artusi diventa Balsamella e come precisa l'autore nell' incipit della ricetta:
"Questa salsa equivale alla béchamel dei Francesi, se non che quella é più complicata."
Madame Pozzoli presenterà prossimamente Pellegrino ai Parigini.
L'occasione calza perfettamente.
Non sono certa se riuscirà a convincerli a fargli posto su uno scaffale di cucina, magari però su un comodino accanto al letto le chance potrebbero essere maggiore per questo gustoso breviario di 790 ricette.
Una lettura sana, istruttiva e divertente per prolungare questa prima settimana della cucina tricolore cisalpina nel mondo, standosene piacevolmente allungati sul proprio canapè.
A deguster sans moderation....
Cosa che farò, ovviamente in V.O.con accanto una delle mie pizze, mondialmente note per la loro bontà, e per la qualità dei prodotti che utilizzo.
Margherita a me!
1301esimo evento, outsider, solo per pochi eletti!
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