IX SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO

 

Dal 16 al 22 novembre sarà celebrata la settimana della Cucina italiana nel mondo. sviluppando il tema "Dieta Mediterranea e Cucina delle Radici: Salute e Tradizione".



Siamo già o soltanto, a seconda dei punti di vista, alla sua nona edizione 

 

Ricordo bene il battesimo di questa manifestazione nel 2016 con ben 1300 eventi sparsi in tutto il mondo e la presenza a New York di Massimo Bottura dell’Osteria Francescana, quello stesso anno incoronato come il miglior ristorante al mondo, per animare una intera settimana di cibo, vino e cucina italiani. 

La pizza e l’arte dei pizzaioli napoletani erano in competizione per entrare nel patrimonio dell’Unesco.

Missione compiuta con il riconoscimento ottenuto l’anno successivo.

Sempre in 2016 usciva nelle librerie francesi la prima traduzione della “Bibbia culinaria italiana” ovvero “l’Artusi”, come in Italia lo chiamiamo da sempre dal nome del suo autore. Il vero titolo in realtà è “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, ma nessuno nella penisola lo ha mai chiamato così.

Pellegrino Artusi era stato un altro testimonial di quella prima edizione della cucina italiana nel mondo, dopo essere stato rispolverato nel primo centenario della sua morte nonché 150 esimo dell’unità italiana cinque anni prima nel 2011.

Artusi l’unificatore della cucina italiana, l’autore di un vero e comprensibile trattato di cucina (anche se ai giorni nostri potrebbe apparire talora sibillino per i termini arcaici utilizzati e non esattamente al passo con i tempi) Artusi il federatore della lingua e cucina italiana e autore di un piacevole testo di lettura.

 

Tutti questi ricordi sono tornati a galla ascoltando un’intervista di Alessandra Pierini, autrice di testi culinari, che parlando di cucina italiana raccontava dei suoi vari libri e di aver “portato in libreria” la sua traduzione dell’Artusi con in aggiunta note per utilizzo a beneficio dei francesi. Proprio quello che nove anni fa ritenevo mancasse al primo Artusi tradotto.

Mi auguro che la lettura del libro possa servire anche al miglioramento della lingua italiana per i cugini d’oltralpe che incuranti della regola che vuole la terminazione in “o “per il genere maschile singolare e in “i” per la forma plurale si ostinano a chiamare spaghettis gli spaghetti, paninis i panini. 

È uno scempio ma posso ammettere che segue la loro logica grammaticale (incurante della grammatica italiana); quello che mi risulta completamente oscuro e inconcepibile è invece “l’osso bucco”. 

Il nome è ripreso dall’italiano e malamente copiato con quella doppia C che ho ritrovato su menù, in ricette, in articoli di giornale, persino nei romanzi, non ultimo stamani stampigliato su una vaschetta cellofanata nel reparto carne del supermercato.

Trattasi forse di una specie di allitterazione” da doppia”: per far pendant con oSSo ci vuole un buCCo?

Svariate le interpretazioni fantasiose che ho udito per spiegare il significato di questo piatto della cucina milanese. Tradurre con os (l’osso francese) diciamo che è relativamente intuitivo e non troppo difficile. Se non ci si arriva a orecchio basta usare l’occhio e guardare il pezzo di carne in questione che un bell’osso deve averlo per la realizzazione di questa ricetta.

A ben osservare oltre all’osso si potrebbe vedere pure il buco…

Evidentemente nessuno ne cerca la traduzione non dico su un dizionario, ma sul più accessibile e familiare internet grazie a un telefonino sempre a portata di mano. Il buco est un trou e il mistero sarebbe svelato. Ma il bucco fuorvia e per chi cercasse bucco l’investigazione invece rimanderebbe a un termine latino traducibile con “sciocco”, oppure a una ben più complicata traduzione “da una voce zulù attraverso l’inglese” =droga costituita dalle foglie di piante africane (ci illumina Treccani).

Tra l’osso sciocco o l’osso droga saremmo tutti perduti.

Per lo più si da libero sfogo alla fantasia e si immagina che bucco stia per il francese bouc,.

Il nostro povero osso buco dal vitello diventa caprone.

Di peggio in peggio!

Anche se non c’è mai fine al peggio…ma per il momento mi fermo qui.

Galeotto fu il piatto….

( il seguito alla prossima puntata)

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